Panta rei, dicevano gli antichi. Nessun detto è così attuale. Sembra che di questi tempi, tutto scorra ancora più veloce. Noi non riusciamo a fermarci, non riusciamo ad avere la giusta concezione del tempo, non riusciamo a vedere, sentire, toccare e gustare.
Dico spesso a mio figlio Gianmarco che ha quasi tre anni: fermati, osserva, senti…
Forme, colori, sapori, suoni. E’ arte nell’arte. La natura la prima artista. La natura ci ha donato cinque sensi, spesso dimentichiamo di averli e come utilizzarli. Dovrebbe rappresentare un esercizio importante della nostra quotidianità, ma ben presto ho capito che è solo attraverso la dimensione del piccolo Gianmarco, del suo essere bambino, che posso esercitarmi davvero.
Così, grazie a lui ho scoperto il valore del verbo SENTIRE.
Con l’udito: SENTI il merlo che canta!
Con il gusto: SENTI che sapore intenso questa fragolina di bosco!
Con il tatto: SENTI che morbida quest’erba sotto i tuoi piedini nudi!
Con l’olfatto: SENTI il profumo del basilico!
Ho scoperto che il verbo sentire non viene utilizzato solamente riferito al senso della vista. E mi sono data questa risposta: l’abilità del “sentire con gli occhi” è solo degli artisti, di coloro che con sensibilità “sentono quello che vedono” e lo rappresentano con l’arte della fotografia. Un’arte generosa, che si fa strumento (occhi) per permettere a tutti di SENTIRE VEDENDO. Qualcosa che va oltre la vista umana, che si fa sentimento.
Questo è il pensiero ispiratomi da “VITE E UVA”, fotografie di Martina Angarano tratte dell’album Plaisirdevivre.
Quello che attraverso le mie fotografie cerco di cogliere e di trasmettere
è uno stato d’animo più che la rappresentazione fedele di quello che mi
circonda, le atmosfere, le sensazioni che nascono da un nostro modo
personale di “sentire” e di vivere le cose e dalla nostra personale
sensibilità nel restituirle attraverso la nostra creatività. Esprimere le
nostre innumerevoli e mutevoli realtà interne. E ognuno può trovare,
guardando le foto attraverso il proprio modo di sentire, la “sua” realtà.
Martina Angarano