il look di Beyoncé
Come ti rubo
il look di Beyoncé
il look di Beyoncé
Via, diamoci un taglio. Accidenti, che dura il rientro dalle vacanze! Ma noi donne abbiamo sempre la soluzione giusta per superare le nostre crisi più o meno serie, anzi, la persona giusta: il parrucchiere. Non c’è wellness center che tenga, il benessere psico-fisico femminile parte dalla testa. Questa è la scelta per un look* da rientro… “in carreggiata”: manteniamo le lunghezze ma alleggeriamo il volume. Insomma, diamoci un taglio: la realtà, in fondo, non è poi così male. Purché splenda il sole. *Trattamenti Biolage di Matrix.
Dopo l’edizione di maggio e giugno, torna a Trento con la versione invernale ”Al lavoro in bicicletta”. Per i suoi dipendenti, l’amministrazione comunale rilancia questa interessante iniziativa che mira a promuovere l’uso delle due ruote puntando sui risvolti positivi per la salute e ad una mobilità più sostenibile.
Se non fosse perché il mio ufficio è praticamente casa mia, sarei la prima a balzare in sella ad una bicicletta, rinunciando magari a gonne troppo strette, corte o svolazzanti, ed ancora, trench o cappotti aperti come mantelli al vento. Anche se potete chiedermi tutto, ma non certo di rinuciare alle mie chanel tacco 10!
Perché trovo estremamente affascinante quella donna che sale sulla bici, pedala invece di guidare o di aspettare un autobus che non arriva. La vedo come una cittadina più consapevole ed interessante, elegante nella sua sobrietà come una professionista, ma attraente come le emiliane dei luoghi comuni, comunque allegra “dentro” (la bici, come l’amore corrisposto, è un antidepressivo naturale). E soprattutto, la vedo come una donna sicura di sè, che lascia a terra le solite paturnie legate al look, alla messa in piega, alle scarpe, alla gonna stretta.
Sono donne che si sanno distinguere certo, che si fanno notare fra lo street style cittadino. Ma non sono certo icone snob. Anzi, a differenza di altre signore benestanti di mezzo mondo, non inquinano e non parcheggiano in doppia fila quando fanno spese. Poi bisogna ammetterlo, ci sono anche le cicliste che vanno in giro convinte che la strada sia a loro disposizione e tutti, automobilisti e pedoni, debbano cedere loro il passo. A loro ricordiamo con forza, che pedalare non è attività elitaria, dopo gli ultimi rincari della benzina e i tagli al trasporto pubblico, meno che mai. Casomai è attività che migliora la vita. Fisicamente, chi pedala è in forma e risparmia la palestra; emotivamente, perché andare in bici produce endorfine e buonumore, dà soddisfazione e rende più asserive.
Insomma, belle donne. E non sono d’accordo che l’effetto “bellezza in bicicletta” si possa ottenere solo e non oltre i 25 anni. Alcune città italiane, come Milano e Verona, insieme a Parigi, vantano le cicliste più eleganti del mondo. Con mises minimali o comunque seriose, messe in piega inamovibili o perfette code di cavallo, cestino sul manubrio con la portadocumenti Vuitton o la Gucci dentro. Guardare ed imitare, la primavera è alle porte.
TESTO – ds
FOTOGRAFIE – foto da italiancyclechic.com
MUSICA – bicycle race queen http://www.youtube.com/watch?v=v0nQiiES9_I
Terza puntata della rubrica “cattiva” di tempi&modi “Indicativo”, immagini positive e negative catturate dallo street style trentino. Con un occhio di riguardo più per le stonature che per le sinfonie.
Un abito in tessuto strech nero con una fantasia di grandi fiori rosa. Sorridevo ogni volta che indossavo quell’abito D&G nel leggere l’etichetta all’interno che riportava la scritta “Under 40 only”. Oggi non sorrido più e lo lascio nell’armadio.
Questo per introdurvi alla mia “vittima” della settimana. Sempre di signore si parla. Si tratta di un’attraente cinquantenne dal fisico davvero mozzafiato. La stonatura sta essenzialmente nel suo “coraggio”. Estremo.
In verità, non avrebbe assolutamente bisogno di ricorrere all’eccesso per essere notata. Alta, corporatura slanciata, l’immagine globale è quella di una splendida donna. Gli abiti e gli accessori non sono di alta qualità, ma non è questo il problema. La lunghezza (o meglio, la cortezza) della gonna, questo è un problema, che a favore dello stile di una signora non più giovanissima non dovrebbe salire di troppo il ginocchio, anche se il fisico lo permette.
I colori, altra stonatura. Vi avevo già anticipato che al di là di Caterina Dominici, poche persone hanno il carisma per affrontare la potenza di colori vivaci nell’abbigliamento, soprattutto se propri di un abito striminzito! Se poi ci aggiungiamo della bigiotteria vistosa, non ci siamo proprio. Grandi orecchini, che sembrano ancora più grandi visto il taglio corto, ma non basta, collana e bracciali, tanti bracciali, troppi.
Ben si comprende l’obiettivo di emulare un look giovane, alla moda, di esternare una forte autostima e sicurezza di sé. Errando. Perché se la signora si togliesse quell’abito di scena, scegliendo un look meno appariscente, allora sì il risultato sarebbe davvero sorprendente.
Non è osando troppo che si dimostra carattere e creatività. Equilibrio, questa è la parola chiave, ma anche rispetto per il proprio essere e la propria storia. E il vero ruolo dell’abito in tutto questo è di rappresentare solo uno strumento a nostra disposizione, perché ciò che davvero attrae è il nostro essere, è ciò che sta dietro i nostri occhi e che esce solo da uno sguardo o da un’espressione. E’ questo in fondo, che dobbiamo davvero curare.
TESTO – ds
FOTOGRAFIA – ds @Neuhauser Straße München
MUSICA – she’s got the look roxette http://www.youtube.com/watch?v=62RokYZAR5M
Da oggi, inizia su tempi&modi una nuova rubrica dal titolo “Indicativo”, immagini positive e negative catturate dallo street style trentino.
Signori, non aspettatevi fotografie. Cercherò di descrivere gli stili che vedo usando la mia sola arma, e concedetemelo, mi divertirò ad…affondarla. Avrò infatti un occhio di riguardo più per le stonature (e le fashion victims)che per le sinfonie. Avez-vous bien compì?
Eccola la prima vittima. Quasi trentenne, capelli castano chiaro a caschetto, media statura, oserei dire nel complesso dello stile, “insignificante”. Forse è questo il motivo scatenante della scelta, una vera e propria abbuffata di accessori griffati.
Cintura monogramma Canvas Louis Vuitton, così come per la tracolla vintage (non vedo quel modello in giro da anni); pochette al collo con classica fantasia Burberry, occhiali da sole Versace (impossibile non vedere la borchia dorata Medusa sulle aste), e dulcis in fundo, scarpe con stampa logo Gucci.
Troppo, davvero troppo. Apprezzo il tentativo di valorizzare il minimal di camicia e jeans in total white (Ma come parlo? Sembro, Jonathan), ma non ci siamo proprio. Certo, è corretto utilizzare l’accessorio importante per completare ed arricchire uno stile pulito, sobrio, che cammina sull’orlo del banale o dello scontato; ma ricordate che l’eleganza è equilibrio.
Personalmente poi, non impazzisco per gli accessori o gli abiti con griffe esplicita, amo più quelli che sottendono una certa conoscenza (e cultura); c’è chi sa cogliere infatti il taglio di un abito, la qualità di una calzatura, il pregio di un pellame.
Morale: non facciamoci notare, se non per la nostra classe.
TESTO – ds
FOTOGRAFIA – ds @Neuhauser Straße München
MUSICA – too much love will kill you queen http://www.youtube.com/watch?v=fKFEjZ98Q4s